“Fra le montagne di Enotria – Forma antica del territorio e paesaggio viticolo in Alta Val d’Agri” a cura di Stefano Del Lungo edito nell’ambito della più ampia ricerca su “l’Enotria, Grumentum e i vini dell’Alta Val d’Agri”.
Mercoledí 22 marzo alle ore 10.45 presso l’Istituto Geografico Militare di Firenze (via Cesare Battisti 10) si terrà la presentazione del volume “Fra le montagne di Enotria – Forma antica del Territorio e paesaggi viticolo dell’Alta Val d’Agri”, che si inserisce nella tradizione degli studi geografici, storici, archeologici e antropologici, favoriti e sostenuti dall’IGM anche tramite la sua prestigiosa produzione editoriale.
Il curatore, Stefano Del Lungo – archeologo, ricercatore CNR ISPC e responsabile del gruppo di ricerca misto (CNR, CREA e professionisti dei settori archeologico e archivistico) che tra il 2021 e il 2022 ha elaborato i risultati dell’indagine, anticipa così la sostanza della pubblicazione: “Si dice sempre che ‘I Greci hanno portato in Italia la viticoltura’ ma non ci si è mai posta la domanda su come avrebbero fatto.
La ricerca dimostra esattamente il contrario e segue le tracce dei Greci e poi dei Romani nella penetrazione dei territori appenninici, alla ricerca proprio di quelle uve e di quei vini che poi portano con sé in madrepatria. In 7 capitoli si descrive l’Alta Val d’Agri, uno dei terminali delle esplorazioni greche e poi della colonizzazione romana dell’entroterra lucano, ricostruita nel suo terroir (ambiente, uomo e varietà). La strada è tracciata archeologicamente e geneticamente dalle viti e le terre dell’alta Valle rivelano una peculiarità ambientale che le rende uniche al mondo assieme ad un’altra regione vitivinicola dall’altra parte del globo, in Argentina”.
A Firenze, nel cuore di una delle terre italiane più famose per la viticoltura, la Basilicata si presenta con la Denominazione di Origine Controllata “Terre Alta Val d’Agri”, che di questa indagine è il promotore. Il Consorzio di Tutela rappresenta sette aziende agricole con le relative cantine (L’Arcera, De Blasiis, Di Fuccio, Fortunato, Giardino del Principe, Pisani e Zipparri), inserite nel contesto naturalistico di elevato pregio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese. Concentrate nella parte a monte della valle e beneficianti della dominanza dei venti da nord-ovest, delle escursioni termiche fra il giorno e la notte per la prossimità di alte vette alla pianura e della bontà delle acque, mantengono e tramandano un terroir che vanta una comprovata tradizione plurisecolare nella selezione e nella cura delle varietà.
A cura di Maddalena Mazzeschi